Non si possono indicare singoli fattori di rischio per l'insorgenza del disturbo in quanto sarebbe più corretto parlare di "accumulo" di fattori di rischio, che essenzialmente si possono ricondurre a 3 classi :
- processi cognitivi del bambino
- fattori di predisposizione individuale
- variabili socio-ambientali
Soffermandoci sugli aspetti cognitivi è importante chiedersi: quali processi cognitivi disfunzionali hanno portato il bambino/ragazzo a compiere l'atto aggressivo ??
Alla base sembra ci siano degli errori di processamento riscontrabili a diversi livelli, ovvero :
- ci può essere una percezione della situazione limitata : il bambino ha una percezione ristretta della situazione. Ad esempio se un bambino vede 2 compagni ridere, focalizzerà l'attenzione soltanto su quei 2 compagni ;
- ci possono essere errori attributivi: un bambino con disturbo della condotta ha poca immaginazione e quindi tenderà ad interpretare la situazione basandosi su interpretazioni passate, in particolare su quella maggiormente rinforzata. Ad esempio se 2 compagni ridono, il bambino penserà che ridono perchè lo stanno prendendo in giro;
- ricerca distorta dell'equità: questi soggetti affrontano la situazione fissando degli obiettivi di equità. Tornando all'esempio dei 2 bambini che ridono, il bambino con disturbo della condotta potrà pensare "Come voi avete riso di me io ora devo fare qualcosa ..." ricerca quindi a tutti i costi un'equità.
- numero ridotto di alternative: i bambini con questo disturbo ricorro soltanto alle strategie in cui sono più forti in quanto non sembrano in grado di trovare altre alternative. Quindi tornando all'esempio, il bambino con disturbo della condotta potrà reagire alla risata dei 2 compagni, picchiandoli.
Questo perchè il bambino con questo disturbo tende a sovrastimare e valutare positivamente le condotte aggressive, mentre possiede una ridotta autoefficacia per quanto riguarda i comportamenti pro-sociali.
In genere, sul bambino si può andare ad intervenire ampliando il focus percettivo o con un training sui comportamenti prosociali. Ovviamente il trattamento terapeutico oltre che a livello individuale deve essere fatto anche con la classe e l'insegnante e con il contesto familiare.