Pagina bianca, la penna e lì che mi guarda, ed io guardo lei…mi chiede cosa ho da scrivere questa sera di fine Aprile, una sera come tante, un giorno passato come al solito tra lavoro, momenti di pausa, conversazioni tra i social e lettura. Eppure arriva quel momento in cui ti fermi, sembra che la giornata sia finita ma non lo è affatto…manca il momento del silenzio, della riflessione con se stesso e del sedermi accanto alle mie emozioni, che sono state lì tutto il giorno con me ma forse senza ricevere la giusta attenzione e qualcuna si è fatta sentire di più perché voleva dirmi qualcosa di importante. Ora è il momento, ora ci sono io, mi ascolto, rifletto, desidero, sogno.
Penso ad un frammento di dialogo avuto con una persona questa mattina durante un colloquio di terapia: il silenzio. A lui spaventa il silenzio, a me emoziona…il silenzio tra due persone comunica sempre qualcosa di forte…il silenzio con se stessi è qualcosa che molte volte si ricerca come via di fuga, se ne sente il bisogno per staccare la mente da pensieri che ruotano in testa velocemente.
Altre volte si cerca il silenzio nell’ambiente, intorno a noi, perché induce uno stato di quiete e rilassamento fisico e mentale. E quando si è immersi in quel silenzio si entra in contatto con se stessi, si sente qualcosa dentro di se, si attiva quella parte di se che sente emozioni positive, affetto, voglia di stare bene e vivere bei momenti.
Metto una mano sul cuore, non per sentire il battito ma per dirgli grazie di essere così com’è, di farsi sentire in tutte le sue emozioni, di funzionare così bene nonostante le ferite, di volermi accompagnare sempre, in tutti i momenti della mia vita.
Un cuore così non saprei disegnarlo, ce l’ho ben presente nella mia mente, ma richiederebbe una mano esperta perché merita un’attenta cura alle sfumature e ai dettagli. A me basta ringraziarlo, amarlo e farlo sentire importante perché il mio cuore racchiude tutto ciò che sono.